by Andrea Ponsi published on June 15, 2010
One of the characteristics of Florence's urban pattern is the recurring presence of an accidental geometry based on acute angles, deriving from the irregular street network. This singularity becomes evident while one is looking upward at the intersection of streets. The strong corners of the gutters and the corresponding voids of the streets meet at their diagonal axis. This “wedge” effect is also evident at ground level in those radial crossings where five or six streets come together, or in the angled edges of almost every piazza. This irregularity enters the interiors of houses and palaces, and repeats itself throughout. And the wedge-shape space of many rooms reverberates through the constant memory of the city's form.
It seems as if the regular grid of Roman Florence had suffered a near irreversible cultural and geometric earthquake from which it was impossible to recover. Even the rude eighteenth-century intervention, intended to recreate that order by destroying and reconstructing the Old Market neighbourhood, could not restore the lost spirit of the original grid. And so the image of the geometrically irregular urban layout of Florence has remained almost unaltered.
With its varied levels of complexity, the intersection of the Uffizi Piazzale, Via della Ninna, and Piazza Signoria illustrates this peculiar condition. At this point the edges of the three volumes of the Loggia dei Lanzi, the Palazzo Vecchio and the Uffizi museum converge at irregular angles. The axis of the Piazzale degli Uffizi is slightly divergent with respect to Palazzo Vecchio, so the view of the building is eccentric and oblique. In turn, the palace itself is a structure which is based on a strongly asymmetrical condition. In fact, the tower is cantilevered and asymmetric to facade. Coherent with this geometry, the natural and best viewpoint of the palace is the diagonal one from the outside edge, a view actually accentuated by the presence of the Neptune fountain. The eccentricity of the tower emphasizes the imbalance, creating in turn a new dynamic equilibrium.
The secret of the intersection with via della Ninna, besides this irregular geometry, is the parallel tension that is created among solids and voids. At street level, one sees on one side the solid prism of Palazzo Vecchio. The huge Pietra Forte stones are rough cut and naturalistic, creating the illusion of fortress-like rock walls. For contrast, on the opposite side, the hollowed-out solid of the Loggia dei Lanzi opens, but doesn't lose the sense of volume on the corner thanks to the presence of its grand composite pier. This rises powerfully, like an ancient tree that divides into the arcuated members of the ribs. These great arches give the compressed space of the intersection a necessary release and simultaneously make the loggia seem like a covered continuation of Via della Ninna. On the Uffizi side, the edge is defined at the street level by a pier which allows a fluid spatial movement around it. At the top floor of the building the space closes up again, transforming from loggia into palace, while the building's surface becomes a vibrant game of projections of pilasters, plaques and cornices. Here, everything revolves around the chromatic contrast between the white of the stucco and the grey of the Pietra Serena.
The fourth and final corner is absent. And thus it represents the true invention of the place. Instead of a corner there is the opening to Piazza Signoria. The intersection therefore becomes the doorway, the point of maximum compression previous to the release into the huge open space. Yet before we can gaze toward the piazza with its statues, and above the roofs, the emerging mass of Orsanmichele, we are drawn, as if by a dynamic force, toward the grand vaults of the Loggia dei Lanzi and the long perspective of the Uffizi. Then, once again, toward Via della Ninna which recedes into the dense fabric of the city. It is hard to overpower the forceful attraction that holds us in the centre of that tight intersection of streets. It is not easy to pull ourselves away from that point where all the magnetic forces of the city seem to converge.
Una delle caratteristiche della fisionomia spaziale di Firenze, effetto dell’irregolare tracciato della sua rete viaria, é la ricorrente presenza di una geometria “accidentale” basata sull’angolo acuto. Questa singolarità diventa evidente, per esempio, quando agli incroci delle strade, si alza lo sguardo verso l’alto. Come in una planimetria rovesciata si notano allora la forte angolazione delle grondaie e i vuoti corrispondenti alle strade incrociarsi tra loro in diagonale. Questo effetto “cuneo” é altrettanto evidente anche a livello della strada in quei crocevia a raggiera dove vanno a incontrarsi anche cinque o sei vie oppure negli inclinati confini di quasi ogni piazza. Perfino all’interno delle case e dei palazzi l’irregolarità della trama urbana é fedelmente riportata. E il cuneiforme spazio di molte stanze diviene la costante memoria della forma della città.
Sembrerebbe quasi che il primitivo regolare reticolo della Firenze romana avesse subito un terremoto insieme culturale e geometrico dal quale non si sia più potuto realmente ricostituire. Anche il brusco tentativo ottocentesco di ricreare tale ordine con la distruzione e ricostruzione del Mercato Vecchio non riuscì a resuscitare il perduto spirito della griglia originale e l’immagine di irregolarità geometrica del tracciato urbano di Firenze è rimasta pressoché inalterata.
Uno dei luoghi in cui questa peculiarità somatica si presenta con vari livelli di complessità é il crocevia tra il piazzale degli Uffizi, via della Ninna e Piazza Signoria. In quel punto convergono con un angolazione accidentale gli spigoli dei tre volumi della loggia dei Lanzi, di Palazzo Vecchio e degli stessi Uffizi. L’asse del piazzale degli Uffizi é leggermente inclinata rispetto al prospetto di Palazzo Vecchio, cosicché la vista sul palazzo é eccentrica, di sguincio. A sua volta il Palazzo stesso è un edificio basato su una geometria fortemente asimmetrica. In sintonia con la sua condizione angolare rispetto alla Piazza la torre é aggettante e disassata rispetto alla facciata. La vista naturale e previlegiata del palazzo é infatti quella diagonale sullo spigolo esterno, vista ulteriormente accentuata dalla presenza della fontana di Nettuno. L’eccentricità della torre non fa che assecondare questo squilibrio creando a sua volta un nuovo equilibrio dinamico.
Il segreto dell’energia del crocevia con via della Ninna, oltre che in questa geometria angolare di base, consiste nella parallela tensione che si viene a creare tra i pieni e i vuoti. A livello strada troviamo da una parte il solido prisma di Palazzo Vecchio. La superficie di bugnato in pietra forte é tanto scabrosa da creare un effetto “naturale” di inavvicinabile parete rocciosa. Per contrasto, sul lato opposto, si apre il solido svuotato della Loggia dei Lanzi che tuttavia non perde il valore di volume d’angolo per la presenza della grande pilastro composito. Questo si alza possente come un albero secolare per poi dividersi nelle membra arcuate dei costoloni. Le grandi arcate danno allo spazio compresso del crocevia uno sfogo necessario e allo stesso tempo fanno della Loggia la continuazione coperta di via della Ninna. Sul versante degli Uffizi, lo spigolo é definito a livello strada da un pilastro che permette allo spazio di liberamente fluirvi intorno. Al piano superiore l’edificio nuovamente si chiude, trasformandosi da loggia in palazzo, mentre la superficie diviene un vibrante gioco di aggetti di lesene,timpani e cornici. Qui tutto é giocato sul contrasto cromatico tra il bianco dell’intonaco e il grigio della pietra serena.
Il quarto ed ultimo angolo é assente. E ciò rappresenta la vera invenzione del luogo. Al posto dell’angolo si apre Piazza Signoria. Il crocevia diventa dunque il portale, il punto di compressione massima prima dello sfogo nel grande spazio aperto. Ma non si fa in tempo a dirigere lo sguardo verso la piazza, le sue statue e, oltre i tetti, la massa emergente di Orsamnichele, che, come in una dinamo che ruota per le forze che la circondano, siamo di nuovo portati a volgerci verso le grandi volte a crociera della Loggia dei Lanzi, verso la lunga prospettiva degli Uffizi e poi, di nuovo, verso via della Ninna che scende rapida nel denso tessuto della città. Non é facile vincere la forza di attrazione che ci tiene bloccati al centro di quello stretto incrocio di strade. Non é facile staccarsi da quel punto dove sembrano concorrere i campi magnetici dell’intera città.
© 2009 by the Rector and Visitors of the University of Virginia. Excerpted from "Florence: A Map of Perceptions", published by University of Virginia Press. Watercolor by Andrea Ponsi.
Keywords: Architecture (Architettura), Vedute (Views) Topic: City Treasures
Melinda Gallo
Writer
Lisa McGarry
Writer/Artist
Andrea Ponsi
Architect, Writer, Artist
Cheryl Tucker
Writer
Sophia Khan
Designer/Educator
The Learning Center of Tuscany
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